The Trip

An adventurous trip from London to Toronto through Europe, Middle East and Asia ...
Many places to visit ... many people to meet ... but one rule: Travel only over land and water; No Planes, No Flights.
I'll look for the hospitality of people who live in the places I'm going to visit ... no hostels is a wish...
am I gonna make it?

Friday 16 April 2010

Ready for Iran

Ci eravamo lasciati con me che aspettavo il pullman diretto ad Adiyaman, ovvero la citta' "vicino" al monte Nemrut che ospita delle bellissime statue molto antiche rappresentanti divinita'. Come potete vedere non c'e' nessuna foto... perche', come potete immaginare, non ci sono potuto andare.
Arrivando a Adiyaman di mattina presto, dopo la notte passata in pullman, mi informo subito sui trasporti che potrebbero' portarti alla montagna. In tutta la stazione, abbastanza popolata trovo solo un signore che parla inglese che mi dice che non ci sono trasporti pubblici che portano la ed, essendo l'unica persona a volere andarci, la tariffa per un mezzo privato sarebbe 120 Lire. E' una giornata uggiosa ma, non dandomi per vinto, contatto il ragazzo che mi avrebbe dovuto ospitarmi che mi da qualche speranza dicendomi che forse potrei trovare una soluzione piu' economica andando in un paese la vicino. Aspettando il minibus che dovrebbe portarmi in questo paesello, cambio drasticamente idea e decido, visto il protrarsi di situazioni a mio sfavore, di prendere immediatamente l'unico bus che parte da Adiyaman alle 9 del mattino alla volta di Bitlis la mia prossima meta.

E cosi', dopo sole 2 ore di sosta, mi rimetto in viaggio verso est mentre incomincia a piovere a dirotto.
Il bus ci mettera' altre 9 ore ad arrivare a Bitlis. Decido pero' di scendere in un paese vicino, Tatvan, che so essere un po' piu' grande e presumibilmente sara' piu' facile trovare un Internet cafe' e dei mezzi di trasporto. Si, dopo 20 ore di viaggio in bus, mi preoccupo subito di cercare un Internet cafe' perche' il mio arrivo imprevisto in zona non mi ha dato il tempo di avvisare le persone che mi hanno dato disponibilita' per ospitarmi.
Verso le 18.30 incomincio a mandare e-mail per avvisare del mio arrivo anticipato e molto fortunatamente dopo circa due ore, un ragazzo mi risponde dandomi il suo numero.
Non ci sono mezzi che portano nel distretto dove abita che, pur avendo 20.000 abitanti ed essendo a 20 minuti di automobile, fa capo a Bitlis.
Un ragazzo molto disponibile e socievole mi viene a prendere in cab e, sempre sotto una pioggia scrosciante, arriviamo a casa sua.
Insegna inglese in questo posticino del "Curdistan" dimenticato da dio, anche se lui e' originario dell'Ovest, Izmir.
Mi spiega che in Turchia tutti i professori che incominciano la loro carriera, se sono originari dell'Ovest devono prestare i primi 3 anni di servizio all'Est, per ovvi motivi di integrazione visto il miscuglio di etnie e culture diverse che questa nazione pretende di tenere unite. Invita dei suoi amici, anche loro insegnanti trasfertisti chi di musica chi di computer con i quali passiamo la serata tra qualche bicchiere di vino e parlando delle varie differenze che esistono tra Est e Ovest .
Il giorno dopo mi sveglio presto intenzionato a visitare il monte Nemrut (non quello delle statue, un altro) o l'isola di Akdamar o per lo meno Bitlis ma guardando fuori dalla finestra vedo, come temevo, che il tempo anche quel giorno non era dei migliori. I posti che vorrei visitare inoltre sono lontani e mal collegati e organizzarmi in tal senso mi sembra praticamente impossibile.
Decido di passare la giornata a casa a pianificare i miei prossimi passi.

Il giorno successivo decido quindi di continuare ad andare avanti verso Erzurum con l'unico scopo di ritirare il Visto al consolato Iraniano.
Dopo un po' di travaglio per prendere il bus e un viaggio di qualche ora, arrivo a Erzurum, una citta' dell'est della Turchia dove non c'e' praticamente niente a parte l'universita', qualche avamposto militare, qualche organo amministrativo e delle piste sciistiche. Si trova in alta montagna, al mio arrivo sta' nevischiando,  e guardandomi intorno, oltre la citta' vedo solo montagne innevate a 360°.
Il ragazzo che mi ospita e' studente presso la facolta' di Ingegneria Chimica ed e' anche lui originario di Izmir. E' molto tranquillo e mi trovo subito a mio agio. Abbiamo in comune un passato da nerd dei videogiochi, per tutto il tempo scherziamo e ci divertiamo facendo riferimenti a film, videogiochi o cazzate varie ed eventuali e andiamo subito in qualche locale dove suonano musica dal vivo a bere qualche birra.
La citta' e' molto conservatrice dal punto di vista religioso e si vedono parecchie donne che indossano il burka integrale.









Il giorno dopo, accompagnato dal mio amico nerd, mi reco al consolato Iraniano per ritirare il visto. Spiegando la situazione al console mi viene risposto che posso ritirare il visto solo dove ho fatto la richiesta. Dopo varie insistenze, tira e molla, moduli, versamenti in banca e telefonate a Istanbul riesco a ritirare il visto solamente il giorno dopo in tarda serata costringendomi a rimanere a Erzurum piu' del previsto.
Nonostante la citta' non abbia molto da offrire in quanto a divertimenti o luoghi di interesse, fortunatamente passo praticamente tutta la giornata con il mio amico CSer parlando e divertendoci con poco.
Mi porta anche a visitare l'universita' dove studia che l'anno prossimo ospitera' i giochi olimpici invernali universitari.

























Stamattina mi son svegliato presto. Il mio nuovo amico ha insistito per accompagnarmi in stazione per prendere l'autobus e sono giunto a quella che dovrebbe essere la mia ultima meta in Turchia: Kars, dove spero finalmente di visitare un posto interessante quale Ani e continuare il mio reportage fotografico.

Saturday 10 April 2010

Wonderful Cappadocia

Una volta arrivato a Goreme, incomincio finalmente a capire cosa e' questa Cappadocia di cui tutti mi hanno parlato: un enorme distesta di rocce vulcaniche che si intersecano a formarie varie valli e formazioni rocciose dalle forme piu' variegate. Molte di queste hanno forma piramidale e sono state scavate e utilizzate sin da epoche antiche come abitazioni o edifici di varia utilita'.
Il paese e' sapientemente organizzato a fini turistici con varie strutture ricettive, negozi e servizi di vario genere a disposizione delle migliaia di turisti che soprattutto d'estate vengono a visitare la zona.

Contatto il mio ospite che mi dice di raggiungerlo in una pensione poco lontano. Blue Moon si chiama e di li a poco incomincio a capire che sara' li che passero' le mie due notti di permanenza in quel di Goreme. Anche questo posto e stato ricavato da una grotta scavata nella pietra, ma e' stato completato con strutture artificiali. Lui lavora li come gestore. Molto cortese e gentile e non mi fa mancare niente come a un cliente ma allo stesso tempo e' amichevole. Mi ritrovo in una stanza con tre letti tutta per me … :O



Il giorno dopo sotto suo consiglio impugno la mappa che mi ha dato e mi dirigo verso una valle chiamata “Rose Valley”. All'inizio sbaglio strada, ma mi sembra tutto molto bello e non ci faccio praticamente caso. Finisco in un luogo abbastanza turistico dove sorge un chiesetta scavata nella roccia e poco distante un percorso chiamato “Open Air Museum”: entrata 15
Lire... decido di farne a meno, ci sono tante cose da vedere che mi sembra inutile pagare per entrare proprio li. Proprio davanti c'e' una chiesa antica scavata nella roccia, con entrata gratuita, zeppa di turisti.








 Mi arrampico quindi in una formazione rocciosa poco distante e cercando di orientarmi con la mappa mi dirigo verso la direzione della mia meta origiale.



Dopo un po' intravvedo il primo cartello “Rose Valley 2 Km”. Gia' nel percorso che porta sino alla valle vedo parecchie case incavate nella nelle rocce e mi soffermo spesso per scattare foto. Finalmente, per la prima volta durante il mio viaggio. mi ritrovo in un ambiente naturale e posso dedicarmi a un attivita' che tanto mi aggrada: Trekking.
All'entrata della rose valley, in un posto semi desertico disperso tra le vallate, trovo un chiosco che vende vino, acqua e spremuta di freutta fresca quale arancia, pompelmo, melagrana (molto diffuse in tutta la turchia da quanto vedo, ma in questo posto era decisamente particolare).


Addentrandomi nella valle, ovviamente piena di abitazioni incavate in ogni dove, arrivo a una chiesetta situata in un punto abbastanza alto e poco dopo una giara dalla quale si ammira tutta la valle... ora capisco perche' rosa.




 


Giusto il tempo di un altro giro qua e la e decido di tornare a casa anche perche' vengo colto da un attacco di diarrea :D
Pensavo fosse finita li, ma il malessere non accennava a passare e dopo una doccia rilassante e un chai con limone decido di stendermi a letto. Freddo e Gelo. Nonostante abbia due maglie a manica lunga, un maglione, un piumone e due coperte sento ancora freddo. Il chai mi rimarra' sullo stomaco per ora facendomi venire una nausea che non mi permettera' di dormire per ore.

Dopo ore sdraiato a letto cercando di dormire e riposare mi sveglio oggi apparentemente a posto. Il mio ospite, come il giorno prima, mi offre la colazione. Promo a mangiare pane e marmellata. Si, sembra che vada tutto bene. Mi preparo al secondo round di trekking.
Oggi e' il turno della “Love Valley” che riesco a raggiungere nel modo piu' improbabile...
Il perche' del nome di questa valle lo lascio alla vostra fervida immaginazione :)

A dire il vero a parte la prima parte con queste formazioni rocciose particolare, proseguendo non trovo niente di particolarmente interessante lungo I 3km di percorso che mi porteranno sino a un paesello vicino.




















Il centro abitato sorge attorno alla piu' alta delle rocce della zona da dove si domina tutta la Cappadocia (almeno credo). Quasi arrivato in cima vengo intercettato da un signore che mi da direzioni su dove passare e mi condice in un giro turistico, con tanto di informazioni (in francese) dentro le rovine delle varie case scavate dentro l'enorme roccia. Mi dice che 50 anni prima le case erano tutte abitate sinche' parte della montagna e' crollata danneggiando anche le abitazioni a valle. Mi spiega inoltre la funzione di tutte le stanze dove entriamo e mi fa vedere la casa dove e' nato e cresciuto. Alla fine del tour, come sospettavo, mi chiede dei soldi: per la precisione 20 Lire … gli do 5 euro. Salgo quindi sulla cima dove mi chieodno 4 lire per il biglietto... a parte la visuale a 360 gradi, bellissima per carita', nient'altro da vedere. Sicuramente erano meglio spesi I 5 euro dati al vecchietto.


Per tornare verso Goreme prendo la via della “Pigeon Valley”. Dopo poche centinaia di metri mi imbatto di un accampamento improvvisato con un cartello che dice “Hassan Tea Break” o qualcosa del genere, dove gia' sostavano delle altre persone. Per la precisione una Belga con la figlia e un uomo con un ragazzo turchi. Parlano tutti in francese ma il piu' vecchio dei due mi parla in italiano. Dopo un po' anche Hassan, il “gestore” del punto di sosta mi parla in italiano. Chi lavora in luoghi turistici solitamente ha una certa attitudine con le linugue, ma loro due in particolare mi dicono che hanno viaggiato in italia per qualche mese. Hassan mi regala anche una piccola statuetta della tipica casetta di roccia.
Si fa tempo di andare avanti, saluto tutti e dopo neanche mezzora arrivo a “casa”.





 
Doccia e sotto consiglio di un ragazzo che lavora li nell'hotel, vado a vedere il tramonto su un terrapieno di vicino.
Al mio ritorno, il mio ospite che cena a base di una specie di pollo alla divaola con le verdure, all'aperto con la sua famiglia e qualche amico, mi invita ad unirmi a loro. Giusto in tempo di gustare la cena, fare le valige che si fa ora di prendere il pullman.


Ed eccomi qua in una stazione in un paese poco distante da Goreme che aspetto la coincidenza del Bus che mi portera' alla mia prossima meta: Adiyaman.

Thursday 8 April 2010

Face Safranbolu

Arrivo a Karabuk, una citta' nata per dare ospitalita' ai lavoratori del complesso industriale metallurgico negli anni '40 che sorge a soli 10 minuti di bus da Safranbolu.
Mi ospita un ragazzo, ricercatore in ingegneria meccanica nella nuovissima facolta' della citta'. Ragazzo interessante e fortemente religioso. Ne aprofitto per confrontarmi e chiedere qualche delucidazione riguardo all'islam.

Il giorno dopo mi accompagna a prendere il minibus per Safranbolu. La sera vorrei prendere il bus verso la Cappadocia ma mi rendo conto che non esistono bus diretti e sono obbligato a fare tappa ad Ankara. Il tempo non e' dei migliori e arrivando nel centro di Safranbolu cerco di capire cosa ci sia di interessante in questo paesello dimenticato da dio. Mi rifugio quindi nel primo internet cafe' per cercare ospitalita' ad Ankara.


Mi avventuro quindi tra le vecchie stradine del paese alla ricerca di qualcosa di rilevante. Non passa tanto tempo che incomincio a vedere abitazioni chiaramente molto antiche ma conservate bene e veramente carine da vedere. Passo praticamente tutta la giornata a passeggiare in mezzo al centro abitato antico ed ammirare le casette che per la maggior parte sono ancora utilizzate!


Nel pomeriggio mentre cammino vedo questo signore che mi fa cenno con le mani di scattargli una fotografia. Ovviamente non parla inglese e ma mi fa capire che vuole che gli spedisca la foto a casa e presi carta e penna incomincia a scrivermi il suo indirizzo....

Non faccio in tempo a salutarlo che tre donne poco distanti mi chiamano; vogliono essere fotografate anche loro e ovviamente anche loro incominciano a scrivermi l'indirizzo per spedirgli le foto ... Oddio che situazione .... non so come dirgli che non mi vien proprio bene stampare e spedire foto a mezzo paese ... Sorrido e faccio per salutarle quando passa un'altra signora loro amica che mi chiede di fotografarla.... ovviamente non rifiuto per non essere scortese e a dire il vero mi fa anche piacere scattare qualche foto agli abitanti di questo paesello dimenticato dal tempo.... se non fosse che anche lei mi chiede di spedirgli le foto... Passano quindi due bambine che avranno avuto si e no 10 o 12 anni ... e mi chiedono ovviamente di fotografarle, ma con la differenza che loro sanno dire qualche parola in inglese! Riesco addirittura a farmi dare un indirizzo e-mail (mi salvo in corner)... Stavo quasi per andarmene quando mi chiedono di fare qualche altra foto davanti a una casa tipica, da dove sbuca un signore ,presumibilmente marito della signora, che va a prendere un bambino che ovviamente mi chiedono di fotografare.
Dopo qualche scatto riesco finalmente a liberarmi e proseguo il mio cammino per un po' sino a quando arriva l'ora di prendere il bus per Ankara.

Ho ricevuto ben 6 risposte alla mia richiesta di ospitalia' "Last Second" e purtroppo mi trovo a dover scegliere. Scelgo una ragazza a cui a dire il vero avevo fatto una richiesta diretta perche' mi era piaciuto il profilo. Mi dice che ci possiamo incontrare al Meeting Settimanale di CS di Ankara. Perfetto!

Dopo qualcosa tipo 4 ore tra minibus, bus, metro e taxi arrivo nel posto scelto per il meeting e la incontro. Passato un po' di tempo con tutti i CSer andiamo a casa presto visto che lei l'indomani lavora (architetto). Dal poco tempo passato assieme mi fa una buona impressione. Le piace viaggiare come a me e sogna di fare il giro attorno al mondo... con la differenza che lei e' piu' giudiziosa e coscenziosa di me e pensa anche al suo lavoro e a un futuro stabile :D
C'e' anche la mamma a casa che e' pachistana come anche il padre ma trasferiti in Turkia da 30 anni per motivi di lavoro, dove la mia ospite e' nata.
La mamma parla un po' di inglese e mi fa piacere scambiarci due chiacchiere il giorno dopo durante la colazione. Sono delle persone squisite e ospitali.

Mi accompagnano alla stazione dove prendo in fretta e furia il bus in direzione della Cappadocia: Goreme. Dove ora mi trovo.